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Fast fashion: un flagello per il pianeta e per la nostra economia

Pubblicato: 04 febbraio 2024 | Ultimo aggiornamento: 04 febbraio 2024

Di Trendiqa

Riassunto dell'Articolo

La fast fashion produce un impatto globale negativo, soprattutto nei paesi africani dove tonnellate di abiti usati vengono esportati.

Articolo recente di Spirit of St. Louis, azienda tessile italiana, fornisce dati sul fenomeno della fast fashion.

I piccoli marchi artigianali, come Spirit of St. Louis, sono preoccupati per gli effetti negativi della moda di largo consumo. Questa tendenza, che favorisce la produzione di grandi quantità di prodotti a basso costo, danneggia le aziende che si concentrano sulla qualità e sulla sostenibilità. Sarebbe importante che il governo desse priorità alle aziende che producono localmente prodotti di alta qualità, ma finora gli aiuti a favore del Made in Italy non sono stati sufficienti.

Senza il supporto dei consumatori, le piccole e medie imprese italiane non possono competere con i grandi marchi e rimangono poco conosciute. Incoraggiamo i nostri lettori a scegliere prodotti italiani di alta qualità per sostenere le nostre imprese e l'economia.

Fast fashion: Il costo nascosto della moda a basso prezzo

Il fenomeno della fast fashion ha comportato il "dumping di abbigliamento" nei paesi africani, causando danni all'industria locale e all'ambiente. Le donazioni occidentali, l'infrastruttura di importazione e la domanda africana contribuiscono a questo flusso. L'industria della moda incide sulle emissioni globali di gas serra e nanoplastiche dannose per gli ecosistemi acquatici e la fauna marina, diventando un rischio per la catena alimentare e la salute umana.

Quali marchi comandano il mercato del fast fashion?

La fast fashion è dominata da noti marchi internazionali come Zara, H&M, Forever 21, Primark e Topshop, insieme ad alcuni marchi italiani come Benetton, OVS e Terranova. Questi marchi offrono abbigliamento accessibile e alla moda e hanno una presenza a livello globale.

I paesi con maggiore consumo di fast fashion USA, UK, Cina, India e Brasile. Alto consumo abbigliamento USA, vasta gamma marchi low cost. Regno Unito centro tendenze consumo, vivace industria moda. Cina aumento consumo abbigliamento dovuto grande popolazione e crescente classe media. India via via maggior consumo abbigliamento per crescita classe media. Brasile rappresenta preponderante mercato consumo Sud America.

Lo sfruttamento minorile viene utilizzato per la produzione di vestiti a basso costo.

Il Regno Unito, la Germania, la Francia, la Spagna e l'Italia sono mercati chiave per il fast fashion in Europa, con città come Londra, Berlino, Parigi, Barcellona, Madrid e Milano come centri principali. Nonostante la reputazione dell'alta moda francese, i consumatori francesi sono anche inclini al consumo di abbigliamento economico e alla moda.

Alcune delle marche di moda economiche più conosciute.

I compratori di fast fashion: Chi genera il maggior numero di vendite per l'industria della moda usa e getta?

I giovani dai 16 ai 30 anni sono il principale target di consumo per l'abbigliamento usa e getta, principalmente millennials e generazione Z.

Il comportamento dei consumatori di fast fashion suddiviso per età.

ModA: L’altra faccia della medaglia ambientale

L'attenzione mediatica sui temi ambientali tende a trascurare l'impatto ambientale del trasporto marittimo, in particolare delle navi portacontainer.

L'industria della moda contribuisce in maniera significativa alle emissioni globali di gas serra, soprattutto a causa della produzione e del trasporto di materiali tessili e abbigliamento. Si stima che le emissioni ammontino a circa 1,2 miliardi di tonnellate di CO2eq all'anno, ovvero il 4% delle emissioni globali totali.

**Come combattere gli effetti nocivi della fast fashion: Strategie per aziende e consumatori**

L'articolo suggerisce alle aziende di adottare strategie mirate per evitare il declino del business.

Invece di insistere su nozioni scontate, Spirit of St. Louis propone metodi di marketing e produzione efficaci, ma sottolinea soprattutto il ruolo decisivo dei consumatori.

Se vogliamo essere intelligenti, dobbiamo comprare prodotti alternativi a quelli della grande distribuzione, che pure esistono. Non dobbiamo aspettarci che i media e i social ci mostrino questi prodotti, perché la pubblicità è controllata da multinazionali con grandi budget.

Scopri i segreti di Spirit of St. Louis: il guardiano della moda sostenibile

Consulta la home page di Spirit of St. Louis per scoprire di cosa si occupa. Visita il suo blog per approfondire gli argomenti trattati.

Fast Fashion: L'Impatto Ambientale e Sociale Che Non Può Essere Ignorato

L'articolo originario sullo Spirit of St. Louis è una rivista pubblicata dall'Associazione degli Amici dello Spirit of St. Louis, che è una filiale della Casa Bianca.

Fonti citate nell'articolo:

La fast fashion, con la sua produzione rapida e consumo di massa, ha un impatto negativo sull'ambiente.

Il Ghana sta affrontando una crisi ambientale a causa dell'enorme quantità di rifiuti prodotti dall'industria della moda rapida.

L'Unione Europea propone normative per rendere l'industria della moda più sostenibile, includendo l'uso di materiali riciclati e la riduzione dello spreco.

L'industria della moda è caratterizzata da ingiustizie e sfruttamento, che incidono profondamente sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone coinvolte nella filiera produttiva.

Diverse risorse forniscono informazioni sull'argomento.

La moda circolare è un modello di produzione e consumo volto a massimizzare l'uso e riutilizzo dei materiali e ridurre lo spreco. È un modo di produrre e consumare moda in un modo più sostenibile e responsabile.

**La fast fashion, equilibrio tra opportunità e preoccupazione: dove si trova il giusto compromesso?**

La fast fashion, con il suo dumping di abbigliamento e la conseguente esportazione di tonnellate di vestiti usati nei Paesi africani, è un problema che desta preoccupazione. Tuttavia, questo fenomeno offre anche opportunità alle piccole aziende manifatturiere italiane che puntano sulla qualità e sulla produzione locale.

Scritto da Trendiqa