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Riforma pensioni: i sindacati chiedono l'abrogazione di Quota 100
Pubblicato: 08 gennaio 2024 | Ultimo aggiornamento: 08 gennaio 2024
Di Trendiqa
Riassunto dell'Articolo
Governo e sindacati discutono una riforma delle pensioni con maggiore flessibilità in uscita dai 62 anni o 41 di contributi, Ape sociale strutturale e attenzione al lavoro di cura delle donne.
Il governo e i sindacati stanno discutendo una possibile riforma delle pensioni per il 2020, con l'obiettivo di modificare le regole sulla flessibilità in uscita.
Il governo e i sindacati stanno discutendo di come rendere più flessibile l'uscita dal lavoro e di come sostituire Quota 100, per arrivare a una riforma delle pensioni nel 2020.
I sindacati propongono maggiore flessibilità strutturale e di lungo periodo, con possibilità di uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contribuzione. Chiedono inoltre la strutturalità dell’Ape sociale e sconti sui contributi per le donne lavoratrici con figli.
Il governo non ha fornito indicazioni sulla quantità di risorse che saranno disponibili per l'intervento, anche se i sindacati hanno affermato che il governo condivide la filosofia e il contenuto della loro piattaforma.
Cgil, Cisl e Uil vorrebbero costruire insieme al governo le misure e le risorse per il tema del lavoro senza polemizzare sui dati.
Il governo non comunica nulla ufficialmente, ma i suoi membri fanno ipotesi su Quota 100 e sulle risorse necessarie. Ghiselli chiede che la fiscalità generale sostenga la riforma e i sindacati vorrebbero che i risparmi di Quota 100 fossero dedicati alla riforma, anche se il primo miliardo è già stato speso.
La Cisl sollecita il governo a chiarire le sue linee di indirizzo per la gestione dei risparmi derivanti da Quota 100, sottolineando l'importanza di evitare qualsiasi scambio tra anticipo dell'età pensionabile e ricalcolo contributivo.
L'unico risultato concreto del tavolo di trattative, apprezzato dai sindacati, è l'annuncio dell'imminente istituzione di una commissione paritetica per esaminare i lavori gravosi. Questa commissione, prevista per metà marzo, sarà composta da esperti e avrà il compito di valutare la portata del fenomeno dei prepensionamenti flessibili, come sottolineato dal leader della Uil Carmelo Barbagallo.
Il governo deve rispondere alle proposte sindacali su temi economici e tecnici emersi nei vari incontri; il punto di caduta non sarà il round politico di marzo, ma probabilmente dopo il tavolo sulla previdenza complementare del 19 febbraio. I sindacati restano attenti alle partite in corso e giovedì convocheranno le segreterie unitarie per valutare i tavoli con l’esecutivo e sostenere il confronto.
Si propone una Quota 100 libera, pensionamento con 41 anni di contributi, revisione dell'Ape sociale, valorizzazione della maternità e del lavoro di cura non retribuito per le donne, estensione dei lavori gravosi ed usuranti.
In che modo i sindacati e il governo possono collaborare efficacemente per una riforma delle pensioni sostenibile e fattibile?
La collaborazione tra sindacati e governo può portare a una riforma delle pensioni sostenibile e fattibile attraverso una maggiore flessibilità in uscita, una strutturalità dell'Ape sociale e un riconoscimento del lavoro di cura delle donne.
Scritto da Trendiqa