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Caos sul caso Meloni-Conte, i membri dell'opposizione abbandono il Gran Giurì
Pubblicato: 07 febbraio 2024 | Ultimo aggiornamento: 07 febbraio 2024
Di Trendiqa
Riassunto dell'Articolo
Dimissioni di componenti opposizione da Giurì Camera per relazione finale contestata.
Grandi tensioni nel Gran Giurì della Camera, con i componenti di opposizione che si dimettono poco prima della conclusione dei lavori sulla relazione finale sulla contesa Conte-Meloni. Stefano Vaccari (Pd) e Filiberto Zaratti (Avs) hanno inviato una lettera di dimissioni al presidente Giorgio Mulè e al presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha consegnato una lettera al presidente della Commissione, Fontana, richiedendo lo scioglimento della stessa a causa della compromissione dell'imparzialità della Commissione.
Il Giurì dovrebbe mantenere la sua terzietà, ma nella relazione proposta da Mulé, la maggioranza ha evidenziato motivazioni politiche che contrastano con i fatti accertati. Vaccari sostiene che il comportamento di Meloni non è stato corretto e ha violato il rigore e il senso di responsabilità necessari nel dibattito parlamentare. Inoltre, nel dispositivo proposto, Mulè ha messo in discussione procedure di rilevanza costituzionale, disconoscendo la funzione di indirizzo del Parlamento nei confronti del Governo. Vaccari ha rimesso il suo mandato per marcare la sua forte contrarietà alle conclusioni della maggioranza, che non corrispondono al criterio di imparzialità dell'istituto.
La ricostruzione dei fatti sulla vicenda Conte-Meloni non può essere oggetto di interpretazioni parziali. La relazione presenta una ricostruzione dei fatti e dei documenti corretta a livello istituzionale e formale, ma nella seconda parte adduce motivazioni politiche a sostegno delle tesi accusatorie sostenute da Meloni. Ciò ha compromesso l'imparzialità della Commissione d'inchiesta.
Mulè esprime sorpresa e amarezza per la decisione di Vaccari e Zaratti, spiegando che, fin dalla prima seduta del 10 gennaio, i due non avevano mai espresso lamentele, proteste o reclami riguardo all'organizzazione o all'evolversi dei lavori. Al contrario, avevano sempre mostrato spirito collaborativo e istituzionale. Mulè si chiede cosa sia successo in seguito e invita Vaccari e Zaratti a fornire spiegazioni, se lo ritengono opportuno.
Mulè esprime rammarico per aver saputo delle dimissioni dai media durante la seduta della Commissione. Al momento, non commenta poiché le attività del Giurì continuano. Anche gli altri componenti di maggioranza, stupiti, affermano che la decisione è stata presa alla fine dei lavori, senza alcun segnale anticipatore e dopo un percorso ampiamente condiviso.
Conte chiede a Fontana di sciogliere il Gran Giurì, poiché secondo lui non è più imparziale e non può arrivare a una ricostruzione oggettiva delle accuse rivoltegli da Meloni. Tuttavia, i membri del Giurì non possono dimettersi e, l'unico precedente, risale al 1950, quando 3 deputati si dimisero per protesta.
Imparzialità a rischio: Conte chiede lo scioglimento del Giurì
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha chiesto con una lettera lo scioglimento della Commissione Giustizia della Camera, presieduta da Lorenzo Fontana. La decisione è stata presa dopo aver appreso dalle agenzie di stampa le dimissioni dei deputati Filiberto Zaratti e Stefano Vaccari, entrambi membri della commissione.
Conte ha appreso con sgomento che i presupposti di terzietà sono venuti a mancare e che è impossibile ricostruire in modo imparziale quanto accaduto, senza dare adito a interpretazioni strumentali di natura puramente politica.
**Domanda:** In che modo le ultime vicende del Gran Giurì della Camera, tra dimissioni di componenti e richieste di scioglimento, hanno messo in discussione l'imparzialità e le procedure di rilevanza costituzionale?
Le recenti dimissioni di due componenti e la richiesta di scioglimento del Gran Giurì della Camera sollevano dubbi sull'imparzialità e la conformità alle procedure costituzionali dell'organismo.
Scritto da Trendiqa